Gruppo Wagner: di che cosa si tratta?
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Il gruppo militare Wagner: di che cosa si tratta?
Li abbiamo nominati spesso nei nostri reportage, ma chi sono davvero?
Il gruppo Wagner, descritto negli anni come un gruppo paramilitare della Federazione Russa, è ufficialmente una squadra di mercenari privati, ma secondo alcuni dietro la losca identità di questo gruppo si cela un organismo diretto del Ministero della Difesa da impiegare in conflitti dove potrebbe esserci la possibilità di dichiararsi non coinvolti...
Il Gruppo Wagner nasce ufficialmente nel 2014 ad opera dell'ucraino Dmitriy Valeryevich Utkin (1970), ex colonnello delle forze speciali russe, ausiliato da Evgheny Prigozhin, soprannominato da sempre lo “chef di Putin”, nato a San Pietroburgo (allora Leningrado) nel 1961.
Da tempo sotto la scure delle sanzioni del Dipartimento del Tesoro americano, Utkin è un uomo misterioso, di cui si sa pochissimo. L’unica certezza è che viene considerato da molti punti di vista come un uomo molto legato con il presidente Vladimir Putin, al punto che ha anche partecipato al ricevimento offerto dallo stesso capo del Cremlino ai reduci della guerra in Siria. Viene riconosciuto ufficialmente dall'UE come il fondatore della Wagner e “responsabile del coordinamento e della pianificazione delle operazioni per lo schieramento dei mercenari del Wagner Group in vari paesi” dal Consiglio di tale istituzione nel 2021: verrà dunque accusato di numerose violazioni di diritti umani nei teatri dove è stata impiegata negli anni la compagnia privata, dalla Siria ai Paesi dell’Africa, fino all’Ucraina.
In particolare, con l’invasione dell'Ucraina a febbraio 2022, il ruolo della Wagner è cambiato in modo sostanziale, rivoluzionando non solo la sua percezione pubblica, ma anche il ruolo politico di Prigozhin e il rapporto con le forze armate: dall’inizio dell’invasione infatti, questi mercenari si sono mostrati sempre piu' attivi nelle maggiori battaglie del fronte dell’Ucraina orientale, in particolare combattendo nel Donbass in numerosissime battaglie tra cui spiccano quelle di Popasna, Svitlodarsk, Sievierodonetsk e Lysychansk e più di recente in quelle di Bakhmut (di cui abbiamo riportato ingenti notizie) e Soledar, con la sua enorme miniera di sale che Prigozhin ha voluto conquistare a tutti i costi.
A fronte di ciò, sono aumentate massicciamente le accuse contro gli uomini di Prigozhin. Molti hanno accusato la compagnia Wagner di avere avuto un ruolo fondamentale nei fatti di Bucha, mentre nello stesso tempo sono aumentati i video che mostravano esecuzioni da parte dei combattenti. Una di queste, la più nota, è quella dell’ex combattente Evgenij Nužin, giustiziato a colpi di mazza sulla testa per avere tradito la compagnia e aver scelto di vivere in Ucraina.
Nel frattempo, il numero degli uomini reclutati dalla Wagner in Ucraina è aumentato non solo attraverso il reclutamento di uomini provenienti da altri Paesi, ma soprattutto attraverso la concessione della libertà a tutti i detenuti delle carceri russe che sceglievano di arruolarsi nel gruppo di Prigozhin. L’amnistia in cambio di sei mesi di guerra al fronte è stata una delle armi più importanti nelle mani della compagnia privata per ingrossare le file dilaniate dalle varie battaglie, reclute che in ogni caso non hanno rappresentato un vero rinforzo, dal momento che la maggior parte di essi è totalmente priva di addestramento e fondamentalmente inadatta a essere irregimentata in una compagnia strutturata in larga parte attraverso i modelli delle forze armate russe.
L’impiego così massiccio – e a volte essenziale – della Wagner in Ucraina orientale ha però reso possibile a Prigozhin non solo uscire allo scoperto, ma anche aumentare le sue richieste nei confronti di Mosca: Putin, che per anni ha sfruttato i servizi offerti dalla compagnia senza rendere mai pubblico questo impiego, si è trovato quindi a gestire una situazione inusuale, e cioè la presenza di un uomo ricco, potente, fondamentale nelle “operazione militare speciale” ma sempre più percepito come una minaccia dalla stessa Difesa russa. Le offese rilanciate attraverso i canali Telegram della Wagner contro il ministro Sergei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov sono state seguite anche dalle accuse di incapacità verso i ranghi dell’esercito e di tradimento per negare le munizioni ai contractors lasciandoli morire al fronte.
Questa guerra intestina ha spesso provocato imbarazzo al Cremlino ma anche una certa preoccupazione, dal momento che molti sottolineano che il potere mediatico e militare ottenuto dallo “chef” di Putin durante il primo anno di invasione ha fato ipotizzare un suo possibile ruolo politico di primo piano... alcuni credono addirittura che il capo della Wagner potrebbe tentare la scalata a Mosca sfruttando l’eventuale crollo del sistema putiniano.
pubblicato addì 31 marzo 2023
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